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Ancora un record al ribasso per le nascite: nel 2023 scendono a 379.890, registrando un calo del 3,4% sull’anno precedente.

Il calo delle nascite prosegue anche nel 2024: in base ai dati provvisori relativi a gennaio-luglio le nascite sono 4.600 in meno rispetto allo stesso periodo del 2023.

Il numero medio di figli per donna scende: si attesta a 1,20, in flessione sul 2022 (1,24) e la stima provvisoria elaborata sui primi 7 mesi del 2024 evidenzia una fecondità pari a 1,21.

Testo integrale e nota metodologica

Ad agosto 2024 si stima una crescita congiunturale modesta per le esportazioni (+0,3%) e una flessione contenuta per le importazioni (-0,7%). L’aumento su base mensile dell’export è sintesi di un incremento per l’area extra Ue (+1,3%) e di una riduzione per l’area Ue (-0,7%).

Nel trimestre giugno-agosto 2024, rispetto ai tre mesi precedenti, l’export si riduce dell’1,5%, l’import è pressoché stazionario (-0,1%).

Ad agosto 2024 l’export diminuisce su base annua del 6,7% in valore e del 10,7% in volume. La flessione delle esportazioni in termini monetari riguarda entrambe le aree, Ue (-6,5%) ed extra Ue (-6,8%). L’import registra una flessione tendenziale del 5,7% in valore, che coinvolge sia l’area Ue (-5,1%) sia, in misura più ampia, quella extra Ue (-6,4%); in volume, le importazioni si riducono del 7,4%.

Tra i settori che contribuiscono maggiormente alla flessione tendenziale dell’export si segnalano: mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-35,0%), coke e prodotti petroliferi raffinati (-32,7%), autoveicoli (-36,4%) e macchinari e apparecchi non classificati altrove (n.c.a.) (-6,7%). Aumentano su base annua le esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+11,4%), articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti n.c.a. (+24,8%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+2,3%) e sostanze e prodotti chimici (+1,7%).

La flessione tendenziale dell’export è geograficamente diffusa e riguarda in particolare Stati Uniti (-23,1%) – che forniscono il contributo negativo maggiore –, Germania (-8,4%) e Francia (-6,2%). Crescono le esportazioni verso Turchia (+17,4%), paesi OPEC (+9,5%) e paesi ASEAN (+10,3%).

Nei primi otto mesi del 2024, le esportazioni mostrano una lieve flessione su base annua (-0,6%): a contribuire sono soprattutto le minori vendite di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-6,1%), mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-8,2%), autoveicoli (-10,4%) e articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-8,5%). Per contro, apporti positivi importanti provengono dalle maggiori vendite di articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti n.c.a. (+18,7%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+8,1%) e articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+4,9%).

Il saldo commerciale ad agosto 2024 è pari a +1.431 milioni di euro (era +1.951 milioni ad agosto 2023). Il deficit energetico si riduce a -4.120 milioni, da -4.568 milioni dell’anno prima. L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici scende da 6.520 milioni di agosto 2023 a 5.550 milioni di agosto 2024.

Nel mese di agosto 2024 i prezzi all’importazione diminuiscono dello 0,5% su base mensile e crescono dell’1,0% su base annua (da +1,3% di luglio).

Testo integrale e nota metodologica

 

Lunedì, 21 Ottobre 2024 09:58

Istat: La povertà in Italia - Anno 2023

Nel 2023 sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,2 milioni di famiglie (8,4% sul totale delle famiglie residenti, valore stabile rispetto al 2022) e quasi 5,7 milioni di individui (9,7% sul totale degli individui residenti, come nell’anno precedente).

L’incidenza della povertà assoluta fra le famiglie con almeno uno straniero è pari al 30,4%, si ferma invece al 6,3% per le famiglie composte solamente da italiani.

L’incidenza di povertà relativa familiare, pari al 10,6%, è stabile rispetto al 2022; si contano oltre 2,8 milioni di famiglie sotto la soglia.

In lieve crescita l’incidenza di povertà relativa individuale che arriva al 14,5% dal 14,0% del 2022, coinvolgendo quasi 8,5 milioni di individui.

Testo integrale e nota metodologica

Nel mese di settembre 2024, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,2% su base mensile e una crescita dello 0,7% su base annua dal +1,1% del mese precedente, confermando la stima preliminare.

Consulta il Testo integrale e nota metodologica

Lunedì, 14 Ottobre 2024 11:02

Istat: Produzione industriale - agosto 2024

Ad agosto 2024 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti dello 0,1% rispetto a luglio. Nella media del periodo giugno-agosto si registra un calo del livello della produzione dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti.

L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale per i beni di consumo (+2,8%) e l’energia (+2,3%); diminuiscono invece i beni strumentali (-2,5%) e i beni intermedi (-2,8%).

Al netto degli effetti di calendario, ad agosto 2024 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 3,2% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 contro i 22 di agosto 2023). Flessioni tendenziali caratterizzano quasi tutti i comparti: la riduzione è meno pronunciata per i beni di consumo (-2,0%), più marcata per i beni intermedi (-7,2%) e quelli strumentali (-7,3%); in crescita solo l’energia (+6,0%).

I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+7,9%), la fabbricazione di prodotti chimici (+5,2%) e le altre industrie manifatturiere (+2,5%). Le flessioni maggiori si rilevano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-14,2%), nella fabbricazione di macchinari e attrezzature (-11,6%) e nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-10,8%).

Testo integrale e nota metodologica

Pubblicato il rapporto statistico mensile della Banca d'Italia relativo ai principali indicatori economici italiani con dati aggiornati a settembre 2024.

Il Conto delle Amministrazioni pubbliche (AP), e le stime relative alle famiglie e alle società presentati in questo comunicato stampa sono parte dei Conti trimestrali dei settori istituzionali. I dati relativi alle AP sono commentati in forma grezza, mentre quelli relativi alle famiglie e alle società in forma destagionalizzata. L’insieme dei dati diffusi in data odierna recepisce la revisione generale dei conti nazionali pubblicata lo scorso 23 settembre 2024 e la integra con la diffusione di serie storiche trimestrali riviste per l’intero periodo.

Nel secondo trimestre 2024 l’indebitamento netto delle AP in rapporto al Pil è stato pari al -3,4% (-5,0% nello stesso trimestre del 2023).

Il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,1% (-0,8% nel secondo trimestre del 2023).

Il saldo corrente delle AP è stato anch’esso positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,5% (1,3% nel secondo trimestre del 2023).

La pressione fiscale è stata pari al 41,3%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dell’1,2%, così come il loro potere d’acquisto.

I consumi sono cresciuti dello 0,4%, con una propensione al risparmio delle famiglie consumatrici del 10,2%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 42,6%, è diminuita di 1,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 22,2%, è diminuito di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Testo integrale e nota metodologica

Lunedì, 07 Ottobre 2024 14:16

Istat: Commercio al dettaglio - agosto 2024

Ad agosto 2024 si stima, per le vendite al dettaglio, una variazione congiunturale negativa sia in valore (-0,5%) sia in volume (-0,4%). Sono stazionarie le vendite dei beni alimentari in valore e in calo quelle in volume (-0,2%) mentre quelle dei beni non alimentari diminuiscono sia in valore sia in volume (rispettivamente -0,7% e -0,5%).

Nel trimestre giugno – agosto 2024, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio sono in aumento in valore (+0,2%) e in flessione in volume (-0,1%); le vendite dei beni alimentari sono in crescita in valore (+0,4%) e non registrano variazioni in volume, invece le vendite dei beni non alimentari registrano un calo sia in valore (-0,1%) sia in volume (-0,2%).

Su base tendenziale, ad agosto 2024, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,8% in valore e dello 0,2% in volume. Le vendite dei beni alimentari sono in crescita del 2,1% in valore e dell’1,0% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari diminuiscono sia in valore sia in volume (rispettivamente -0,3% e -0,2%).

Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti. L’aumento maggiore riguarda i Prodotti di profumeria, cura della persona (+3,3%), mentre registrano il calo più consistente Utensileria per la casa e ferramenta (-2,1%).

Rispetto ad agosto 2023, il valore delle vendite al dettaglio è in aumento per la grande distribuzione (+3,0%) ed è in diminuzione per le imprese operanti su piccole superfici (-0,9%), le vendite al di fuori dei negozi (-2,0%) e il commercio elettronico (-4,7%).

Testo integrale e nota metodologica

Ad agosto 2024, rispetto al mese precedente, crescono occupati e inattivi, a fronte della diminuzione dei disoccupati.

L’occupazione aumenta (+0,2%, pari a +45mila unità) per gli uomini, i dipendenti e in tutte le classi d’età, ad eccezione dei 35-49enni tra i quali diminuisce, così come tra le donne e gli autonomi. Il tasso di occupazione è stabile al 62,3%.

Il numero di persone in cerca di lavoro cala (-2,8%, pari a -46mila unità) per entrambe le componenti di genere e in tutte le classi d’età, ancora una volta con l’eccezione dei 35-49enni. Il tasso di disoccupazione scende al 6,2% (-0,2 punti), quello giovanile al 18,3% (-1,7 punti).

Il numero di inattivi cresce (+0,4%, pari a +44mila unità) tra gli uomini, le donne, i 15-34enni e gli ultra cinquantenni. Il tasso di inattività sale al 33,4% (+0,1 punti).

Il confronto del trimestre giugno-agosto 2024 con quello precedente (marzo-maggio 2024) mostra un incremento nel numero di occupati dello 0,5% (pari a +114mila unità).

La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-5,6%, pari a -97mila unità) e all’aumento degli inattivi (+0,6%, pari a +68mila unità).

Il numero di occupati ad agosto 2024 supera quello di agosto 2023 del 2,1% (+494mila unità). L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età. Il tasso di occupazione in un anno sale di 0,8 punti percentuali.

Rispetto ad agosto 2023, diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-18,3%, pari a -355mila unità) mentre cresce quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,9%, pari a +106mila).

Testo integrale e nota metodologica

Secondo le stime preliminari, nel mese di settembre 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,2% su base mensile e aumenta dello 0,7% su base annua, dal +1,1% del mese precedente.

La decelerazione del tasso d’inflazione si deve principalmente ai prezzi dei Beni energetici, sia regolamentati (da +14,3% a +10,0%) sia non regolamentati (da -8,6% a -11,0%) e, in misura minore, al rallentamento dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,5% a +4,0%) e di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,9% a +2,5%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da -0,5% a +0,3%) e lavorati (da +1,5% a +1,8%).

Nel mese di settembre l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, scende a +1,8% (da +1,9% di agosto) e quella al netto dei soli beni energetici a +1,7% (da +1,8%).

La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione leggermente più ampia (da -0,5% a   -0,8%) e quella dei servizi risulta in decelerazione (da +3,2% a +2,8%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si riduce, portandosi a +3,6 punti percentuali (dai +3,7 di agosto).

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona tornano ad accelerare su base tendenziale (da +0,6% a +1,1%), mentre il ritmo di crescita su base annua di quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto si attenua (da +1,1% a +0,6%).

La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve principalmente ai prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-2,1%), dei Beni energetici regolamentati (-1,5%) e dei Beni energetici non regolamentati (-1,1%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (+1,4%) e dei Beni durevoli e semidurevoli (+0,3% entrambi).

L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1,0% per l’indice generale e a +2,1% per la componente di fondo.

In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dell’1,2% su base mensile, per effetto della fine dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e dello 0,8% su base annua (in decelerazione da +1,2% di agosto).

Testo integrale e nota metodologica

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